È la festa più colorata e folle del mondo. Un rito che coinvolge decine di milioni di persone in India, la cui popolarità è cresciuta anche all’estero, con eventi ispirati e organizzati in molte altre nazioni. Un arcobaleno di emozioni che infiamma la primavera: è l’Holi Festival che si celebra ogni anno in occasione della prima luna piena di marzo. Per il 2025, l’appuntamento è fissato tra il 14 ed il 15 marzo, quando esploderanno tutti i colori dell’evento.
I dispetti di Krishna
L’Holi Festival è una ricorrenza induista. Celebra l’amore tra Krishna e Radha. Il dispettoso Krishna spruzzava polvere colorata sul volto dell’amata per celarne al resto del mondo la bellezza. Un capriccio romantico e delicato poiché le polveri erano ricavate da fiori secchi. L’esempio del dio divenne contagioso. Gli induisti celebrano l’arrivo della primavera spruzzandosi reciprocamente, con siringhe e sacchetti, di polveri colorate. Il rito coinvolge anche turisti e curiosi, specialmente quelli che giungono da tutto il mondo in India, a Vridavan e Mathusa dove la divinità visse. L’Holi Festival impazza a Delhi, Jaipur, Agra il triangolo d’oro del turismo indiano ma anche in Nepal, Pakistan, Bangladesh e dovunque nel mondo siano presenti comunità induiste.

I colori della festa
Il fucsia è il colore dominante dell’Holi Festival, ma anche rosso, verde, blu e rosa sono frequentissimi. Chiunque si trovi in strada diventa un “bersaglio” di spruzzi o nuvole di polvere colorata. Persino le mucche sacre diventano arcobaleni a quattro zampe. La festa dei colori ha un evidente significato simbolico: il freddo dell’inverno cede il passo al tepore della primavera, s’invoca la fertilità dei campi, si benedice l’amore tra gli sposi. Strade e piazze invase dagli spruzzatori sono attraversate da coloratissimi cortei nuziali aperti dagli sposi con lampade illuminate.
Un fuoco sacro
Holi significa bruciare ed è proprio un rogo rituale ad inaugurare la festa. Prima che esplodano i colori della primavera si allestisce una pira con le cose vecchie dell’anno appena trascorso. Si brucia il male per far trionfare il bene nel ricordo di Prahalad che sconfisse, tra le fiamme ardenti, il demone Holifa. Le scintille del rogo rituale illuminano la notte mentre s’indossa un immacolato Salwar Kameez. È il tradizionale abito induista, una tavolozza bianca pronta ad accogliere tutti i colori dell’Holi Festival in un crescendo di euforia collettiva dove non manca una nota dolce: il patè Guia da gustare con il Thandai, latte bollito con mandorle, panna e zafferano.